Nel 2019 in Germania, 7 nuovi impianti solari di teleriscaldamento (SDH) con una potenza totale di 26,6 MWth sono operativi o ancora fase di costruzione.

Come si legge dal sito SolarThermalWorld, si tratta di un incremento importante visto che a fine 2018 la capacità totale di SDH in Germania era a 43 MWt, per 33 impianti, secondo i dati forniti dall’istituto di ricerca tedesco Solites.

La crescita di questa tipologia di impianti nel 2019 è legata al fatto che i prezzi del calore generato dalle grandi installazioni SDH stanno diventando sempre più competitivi.

Inoltre va considerato anche che con il programma nazionale Heat Network 4.0, non ha visto la luce ancora nessun impianto di questo tipo e forse secondo molti non sarebbe neanche così necessario per lo sviluppo di questi sistemi.

Questo programma intendeva promuovere la costruzione di reti di calore a bassa temperatura fino a 95 °C da fonti rinnovabile per edifici residenziali e non residenziali, oltre che per strutture industriali. Il programma, partito dal 1° luglio e con scadenza il 31 dicembre 2020, garantisce un incentivo pubblico che può coprire fino al 60% del costo dello studio di fattibilità, con un sostegno limitato a 600.000 euro, o dal 20 al 50% dei costi di investimento, fino a un massimo di 15 milioni di euro.

L’incentivo viene calcolato in base al prezzo dell’intero sistema, inclusi i generatori di calore, i serbatoi di stoccaggio, nonché le tubazioni e le connessioni al centro di riscaldamento.

Altro elemento interessente è che mentre nel 2018, la maggior parte delle reti di calore alimentate dal solare termico sono state costruite nelle campagne vicino a impianti di bioenergia, nel 2019 i fornitori di impianti di teleriscaldamento hanno guardato maggiormente alle aree urbane.

L’impianto più grande, al momento in fase di sviluppo (si prevede completato a maggio del 2020), è un campo solare di 14.797 m2 (10 MWt) situato tra le città tedesche di Ludwigsburg e Kornwestheim.

Secondo Thomas Pauschinger di Solites l’incremento di questo comparto è da ricercare nella possibilità di integrare i sistemi solari termici nelle reti di teleriscaldamento già esistenti a costi competitivi.

Le aziende energetiche e gli operatori di teleriscaldamento considerano ormai il calore solare un modo adeguato per diversificare il proprio portafoglio energetico. Pauschinger ritiene che, nonostante la quota di solare termico nella generazione di energia distrettuale sia ancora infinitesimale, le previsioni dei prossimi anni fanno pensare ad una crescita interessante di questa applicazione.

Nella mappa della Germania ciascun punto rosso rappresenta un impianto solare di teleriscaldamento già in funzione; i punti grigi identificano i sistemi in fase di progettazione o in costruzione. Secondo Solites, sono stati fatti annunci per altre 34 installazioni per un totale di circa 120.000 m2 (84 MWt) (pallino giallo).

Una delle ragioni delle aziende pubbliche di servizi per questi impianti nasce dal fatto che i clienti iniziano a chiedere con frequenza calore rinnovabile, oggi, come detto, un’alternativa sempre più conveniente economicamente. Lo ha spiegato Christian Stadler, a capo della filiale tedesca del fornitore danese di sistemi SDH chiavi in ​​mano Arcon-Sunmark.

In particolare, le abitazioni popolari hanno voluto utilizzare la massima capacità di generazione di calore da fonte rinnovabile per riuscire a soddisfare i requisiti dello standard tedesco di efficienza energetica EnEV o EEWärmeG, cioè della normativa che regola la produzione di calore rinnovabile.

Rolf Meissner, capo del dipartimento di ricerca e sviluppo di Ritter XL Solar, pensa che questo mercato sia promettente a prescindere dai programmi di sostegno in vigore.

Per chi opera nel settore del teleriscaldamento solare i grandi impianti sono ormai una tecnologia collaudata, e non è necessario un incentivo se il sistema va integrato in una rete esistente. Inoltre, secondo alcuni analisti, i prestiti a basso interesse offerti da KfW (Kreditanstalt fuer Wiederaufbau), l’Ente di Credito per la Ricostruzione Nazionale tedesco (una sorta di CDP) nell’ambito del programma dedicato (chiamato “271”) andranno a velocizzare tutti i progetti annunciati.

Finora del Sud Europa sono pochissimi gli impianti di teleriscaldamento solare. Quello di Varese, inaugurato nel 2015 e gestito da Varese Risorse, società del gruppo Acsm Agam, si estende per circa 16 km distribuendo acqua calda a circa 150 utenze, con una temperatura di mandata di 90 °C e una temperatura di ritorno di 60 °C.

L’impianto solare al servizio della rete presenta una superficie captante di 990 m2 e destina il suo output innanzitutto al riscaldamento dell’acqua di reintegro della rete (vedi QualEnergia.it)